A BORGO EGNAZIA PER RITROVARSI “A CASA” IN UN TRIATHLON MEDIO
Il campionato italiano di triathlon medio ospitato in Puglia, visto con gli occhi (i miei) di uno che voleva semplicemente esserci per il piacere di tornare a indossare un pettorale
Eravamo in ottocento e, diciamolo subito, tutti con una gran voglia di ingarellarci. La pandemia ci ha tenuti lontani dai pettorali ma come la brace che arde sotto la cenere, basta con refolo di aria, la legna giusta e il fuoco riprende come prima. E di fiamme a Borgo Egnazia in terra di Apulia ce ne sono state, perché un triathlon sulla media distanza non è facile da organizzare in tempi di normalità (chiedetelo a Max e Andrea di TriO…), figuriamoci quando per il mondo svolazza un maledetto virus. Poi, però, ci sono anche incroci astrali che premiano il coraggio, come un weekend di sole incastrato in una settimana di pioggia e vento dove il sabato ha visto otto centinaia di triatleti sfidarsi per il campionato italiano di medio e la domenica altri duecento cristiani nella prova sprint. Il tricolore halfdistance se l’è portato a casa Giulio Molinari, senza dubbio l’atleta italiano più quotato nelle prove di lunga distanza, che tagliato il traguardo non è riuscito a trattenere un pianto liberatorio che solo chi lo conosce ne percepisce i contorni. A salire sul gradino più alto del podio femminile Marta Bernardi, che nelle frazioni di ciclismo e corsa ha fatto il vuoto sulle avversarie. E poi c’è la gara degli altri, quelli che il podio neanche lo vedono con il binocolo, che per loro l’importante era di nuovo infilarsi un pettorale e con esso tutte i gesti che il triathlon riserva in esclusiva a chi vi partecipa, come risentire l’inconfondibile profumo del neoprene (quello della muta, per intenderci), ma anche salire in bici con il body bagnato e i pensieri che ancora galleggiano sull’acqua, entrare in zona cambio e nonostante mille prove fatte prima della gara, non trovare la propria bici al primo colpo: «Eppure mi sembrava fosse qui…». E poi la corsa, con i muscoli delle gambe che gridano pietà, e a volte li senti implorare un “dai fermati…” proprio quando l’avversario della tua categoria ti sta passando sverniciandoti.
Ecco, c’era proprio voglia di questo a Borgo Egnazia, un elenco di emozioni e sensazioni che ognuno coltiva e fa proprie: sono sempre le stesse da un sacco di anni, ma chissà perché non ci si abitua mai. Ora che il weekend pugliese è passato agli annali e tutto è finito, ora che ci resta quel piacevole indolenzimento generale che cureremo nei prossimi giorni con la nostra “borsa degli attrezzi”, ora che si guarda al calendario trovando una nuova occasione dove ingarellarci, si torna a fare i conti con mascherine e distanziamento sociale, ricordando al mondo intero che convivere con il male oscuro del Covid si può, come il Borgo Egnazia Triathlon ha dimostrato in un assolato fine settimana di ottobre.
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