DIECI ITINERARI PER DIECI CICLISTI
Quante forme di ciclismo esistono al giorno d’oggi? Onestamente non saprei, ma di certo so che ce ne sono per tutti i gusti. E con loro anche gli itinerari da scoprire: qui ne propongo dieci che vorrei fare e in alcuni casi vorrei rifare.
È bike boom! Se avete seguito le cronache legate alla crescente passione per il ciclismo, avrete sicuramente scoperto che la bicicletta sembra essere diventata il desiderio di milioni di italiani, l’oggetto straordinariamente utile ed efficiente per spostarsi in città, andare in ufficio come far la spesa, ma anche per avventurarsi in una gita fuori porta e, perché no, iniziare un piccolo programma di attività fisica. Ed è proprio così: pedalare è diventato un verbo amico. Se la bici sta vivendo una seconda giovinezza è anche grazie al suo utilizzo poliedrico, perché il mercato offre così tanti modelli e diversi tra loro, che è possibile scegliere biciclette specifiche per singole destinazioni d’uso, e noi partiamo proprio da questo: dimmi cosa vuoi fare, e quale itinerario vuoi percorrere, e ti dirò la bici che fa per te.
L’ASFALTO, I PURISTI DEL CICLISMO
Iniziamo il nostro excursus con le proposte per “stradaioli” ovvero quei ciclisti che si sono avvicinati al ciclismo su strada e hanno il piacere della salita, e non sei un ciclista se nella vita non hai fatto almeno una volta il giro dei quattro passi, ovvero il Sellaronda il poker di valichi che circondano il gruppo del Sella: Campolongo, Pordoi, Sella e Gardena. Questo tour è lungo 53 chilometri con 1.700 metri di dislivello e potete partire liberamente da uno dei quattro paesi di fondo valle (Arabba, Canazei, Selva o Corvara) e dovrete, ahinoi, condividere la sede stradale con plotoni di motociclisti attratti da tornanti in cui aprire il gas, ma se vorrete godere delle Dolomiti senza il rombo dei motori, vi suggeriamo la versione autunnale del Sellaronda Bike Day che si terra sabato 18 settembre, manifestazione gratuita in cui la strada dei passi è chiusa al traffico motorizzato fino alle prime ore del pomeriggio. Info qui.
Come abbiamo già visto in precedenza, il ciclismo trova nella salita la sua quinta essenza, da nord a sud, e proprio nel meridione d’Italia se si va a caccia di ascese, l’Etna offre strade per tutti i gusti, tanto da considerare i sei itinerari “da bici” che solcano le pendici del vulcano siciliano, come un vero e proprio parco ciclistico. Quattro di questi sei portano ai 1.910 metri del Rifugio Sapienza, traguardo non impossibile ma che un amatore considera come una vittoria da aggiungere al palmares. Iniziamo con la proposta che parte da Nicolosi e che è stata protagonista della vittoria in quota di Alberto Contador nel Giro d’Italia del 2011: 17 chilometri al 6% medio, con i suoi 1074 metri di dislivello è il versante più conosciuto, quello più transitato. Il profumo di zolfo accompagna ogni pedalata dopo pedalata: lo chiamano il versante dei catanesi, quello che collega più direttamente la città con la montagna, e da qui si domina il mare sul porto di Catania. Una seconda alternativa è quella che parte da Zafferana, una proposta un po’ più impegnativa, sia per la pendenza (una media superiore al 7%) sia per l’asfalto un po’ più ruvido: non avendo accusato colate di lava negli ultimi anni, la strada è rimasta quella primitiva. Un consiglio: portatevi due borracce d’acqua, perché data la assenza di vegetazione e di punti di rifornimenti, la disidratazione è un rischio dietro l’angolo. Info qui.
Qualcosa di più dolce e meno impegnativo? Ecco la Parenzana, in Istria, nella parte più orientale dell’Italia, lungo in vecchio sedime ferroviario che ospitava il trenino a scartamento ridotto da Trieste a Parenzo. Sono 122 chilometri distribuiti equamente tra un primo tratto che costeggia il mare, toccando i villaggi italiani di Muggia e Scoffie, per poi entrare in Slovenia a Capodistria e da qui oltrepassare il confine con la Croazia e : attualmente fruibile a partire dalla foce del rio Ospo, a quasi due chilometri dal centro di Muggia. Il tratto dal centro di Trieste a Muggia è stato “mangiato” dall’espandersi della città e della sua zona industriale e purtroppo non è più recuperabile per un uso cicloturistico. Dobbiamo accontentarci.da qui salire le due colline di duecento metri sul livello del mare di Grisignana e Visidana, per poi concludere a Parenzo. Info qui.
LA GITA FUORI PORTA
Per chi cerca una gita “in giornata” non troppo impegnativa ma che offre la sensazione della scoperta, suggeriamo AbbracciaMI, l’itinerario disegnato nel perimetro del Comune di Milano della lunghezza indicativa di 70 km, percorribile con qualsiasi bicicletta, perché il tracciato attraversa parchi (e quindi possibili strade sterrate) ma anche quartieri di periferia, sfiorando laghetti e aree agrigole, così come vecchi insediamenti industriali e gasometri, ponti e nuove ristrutturazioni edilizie. Insomma, la metropoli della Madonnina vista e vissuta in modo diverso, in grado di sorprendere gli stessi milanesi. Si potrà ovviamente percorrere sia in senso orario che antiorario, e per evidenti ragioni saranno due punti di vista diversi, entrambi sorprendenti, con una unica avvertenza: non si tratta di una pista ciclabile, quindi massima attenzione. Info qui.
Ha avuto una grande risonanza mediatica l’inaugurazione della nuova Ciclovia del Sole, la strada per sole biciclette che, partendo da Mirandola in provincia di Modena, scende dritto per dritto a sud e si conclude a Bologna, dopo 50 chilometri di pura pianura. Nei numerosi progetti di investimenti sulla ciclabilità, questo ‘rilevato’ dell’ex ferrovia Bologna-Verona, è davvero un gioiello tutto da scoprire, tra piccole vecchie stazioni abbandonate e campagna fittamente coltivata. Attraversare i possenti ponti in metallo dell’ex ferrovia in sella a una normale bicicletta sarà un’esperienza divertente da fare in compagnia o con la famiglia. Info qui.
STERRATO MON AMOUR
E veniamo al mondo del ciclismo off-road per eccellenza, la mountain bike. Coloro che sono rimasti colpiti dalla possibilità di fare la circumnavigazione del gruppo del Sella su strada, sappiano che lo stesso “giro” è possibile farlo anche con la mtb, ma questa volta con una opzione in più: utilizzando gli impianti di risalita. Grazie alla fitta rete di seggiovie e funivie in questo angolo delle Dolomiti, si potrà risalire con gli impianti a fune con la propria mountain bike e godersi la discesa su tracciati ben segnalati e non troppo impegnativi. Come per la versione road anche il Sellaronda MTB Tour si può nei due sensi di marcia partendo da una delle quattro valli attorno al massiccio: dalla Val Gardena, dall’Alta Badia, da Arabba, o dalla Val di Fassa. In senso orario il Sellaronda MTB Tour prevede pochi metri di dislivello da pedalare in salita. Coloro che vorranno farlo in senso antiorario dovranno prevedere un dislivello totale di mille metri da pedalare in salita, e misurarsi con discese che variano da single trails a strade bianche. Il tempo di percorrenza varia in base alle capacità di guida della MTB: da un minimo di 6 a un massimo di 9 ore, pausa pranzo inclusa. Info qui.
L’anello di Camposecco, è un classico per i bike laziali che si divertono dei Monti Simbruini. L’itinerario di poco superiore ai 22 chilometri inizia a Camerata Nuova, comune di Roma Capitale, con una lunga salita che non deve demoralizzare, perché la strada sterrata poi spiana nel tratto successivo che attraversa l’altopiano. Dopo un’ora di pedalata saremo immersi in ambienti selvaggi e naturali che hanno ispirato una ricca cinematografia di western all’italiana. La successiva discesa, seppur breve, richiede molta attenzione a causa del fondo ghiaioso verso il paese di Femmina Morta mette alla prova la vostra tecnica: una volta superato questo tratto vi aspetta la lunga discesa finale del Fosso Fioio con qualche divertente passaggio su torrenti boschivi, per un totale di 600 metri di dislivello. Info qui.
Unire tecnologia e scoperta del territorio è questa proposta da vivere sull’Appennino emiliano, ripercorrendo la Via degli Dei, il sentiero che unisce Piazza Maggiore di Bologna con Piazza della Signoria a Firenze. Un itinerario di 130 chilometri leggermente modificato rispetto all’originario “cammino” e studiato per percorre con una e-bike in tre giorni: la traccia attraversa da nord a sud la dorsale appenninica con due soste notturne a Monzuno e San Piero a Sieve, prima di raggiungere il capoluogo della Toscana. Perché il nome Via degli Dei? La pedalata tocca località quali Monte Adone, Monzuno (Mons Iovis, monte di Giove), Monte Venere, Monte Luario (Lua, dea romana dell’espiazione), che rimandano agli antichi dei venerati dalle civiltà celtico-romane. Il tracciato ben si presta alla pratica della mountain bike elettrica, tuttavia bisognerà studiare bene la logistica del viaggio così da avere sotto controllo la possibilità di ricarica della batteria, anche se in questi casi affidarsi ad agenzie dotate di accompagnatori è la migliore soluzione. Info qui.
QUANDO LA STRADA DIVENTA BIANCA
È l’astro nascente del pedalare moderno, anche se, a ben guardare, il gravel è probabilmente il vero e primo ciclismo, quello nato quando ancora le strade non erano asfaltate, e le vie sterrate erano la norma. Oggi invece la ricerca delle “strade bianche” ha creato un nuovo movimento, il gravel appunto, la cui traduzione dall’inglese (ghiaia) dice la sua destinazione d’suo. E dove se non in Toscana troviamo i migliori sterrati? L’itinerario principe è quello de L’Eroica, la manifestazione nata vent’anni fa per riscoprire il ciclismo d’antan e preservare le vie agricole sulle colline senesi, da cui è nato un percorso permanente e ben segnalato della lunghezza di 210 chilometri disegnato nel cuore delle Terre di Siena e che attraversa il Chianti, le Crete Senesi e la Val d’Orcia.
Un percorso caratterizzato dal continuo movimento tra strade asfaltate e lingue di sterrati praticabili con qualsiasi bicicletta, ma se si vuole godere L’Eroica moderna consigliamo vivamente una bici dagli pneumatici robusti come quelli di una gravel. Una esperienza nel paesaggio toscano che ha affascinato milioni di viaggiatori. L’itinerario permanente ad anello presenta un dislivello totale di circa 3.800 metri, naturalmente lo si può compiere in più giorni, e lo si potrà così fare organizzandosi anche con agenzia specializzate nel trasporto dei bagagli da albergo ad albergo. Info qui.
In Piemonte suggeriamo una pedalata gravel alla scoperta del paesaggio della bassa novarese, tra dossi, risaie, canali e cascine storiche, nei territori tra i fiumi Sesia ed Agogna. Da Novara verso sud si attraversano i comuni di Vespolate (da vistare la Pieve di San Giovanni Battista), Tornaco (Villa Marzoni e Museo della Civiltà e Cultura della Bassa Novarese), Terdobbiate (e il suo castello del X secolo), Nibbiola e Borgolavezzaro. In quest’ultimo comune prendetevi del tempo per visitare l’Oasi di Natura: qui l’Associazione Burchvif vuole preservare gli habitat tipici della Pianura Padana su una superficie di circa due ettari. Info qui.
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