IL MIO FONDO IN ALTA BADIA
Ho trascorso un weekend al centro fondo Armentarola in Val Badia, una proposta un po’ elitaria ma proprio per questo è come regalarsi un diamante una volta ogni tanto. Una struttura interamente rinnovata, con un noleggio di alto livello, spogliatoio con doccia calda e ristorante per il recupero energetico. E le piste? Ce n’è per tutti, con anche un tracciato impegnativo che mette a dura prova i muscoli dei più allenati
Dopo un primo giro con gli sci per prendere confidenza con la quota (siamo a 1.600 metri), con la neve (dire splendida è svalutarla) e con l’aria (frizzantina quando entra nei polmoni) ci si ferma perché anche gli occhi possano avere la loro razione di gioia. I rumori della città sono lontani, le scorie della quotidianità le abbiamo lasciate ad altri: ora è tempo di sciare. Ma prima di tornare a danzare sulla neve un ultimo sguardo al cielo terso, ed è in quel momento che la presenza di una forza potente quanto attraente si palesa in tutta la sua magnificenza: sono le pareti verticali del gruppo di Fanes, il righello di montagne che domina la parte orientale dell’Alta Badia e che sembrano sfidare le Odle, loro dirimpettaie.
CHE STRUTTURA!
Saranno le nostre compagne in questa sciata nel centro fondo Armentarola, rinnovato nella sua struttura d’accoglienza con un negozio e noleggio che potrebbe fare concorrenza a una boutique di via Montenapoleone, attiguo a uno spogliatoio con tanto di armadietti (con chiave) e doccia calda. Addio alle fasi preparatorie dove infilarsi le scarpe da fondo in precario equilibrio appoggiandosi alla portiera della macchina o al cambio maglietta sudata nei parcheggi dei centri fondo. Una disciplina rivendica la propria dignità quando offre strutture che diano qualità alla stessa pratica sportiva. E qui in Alta Badia abbiamo trovato proprio questo.
E CHE PISTE.
Il gatto deve essere passato al mattino presto, vediamo il biliardo bianco ovale antistante il centro fondo e che funge da luogo di lavoro per qualche Maestro di Sci mentre impartisce lezioni a bambini, giovani e adulti. La neve è pettinata e si intravvedono strisce oblique di un amante dello skating che ci ha preceduto, mentre noi, in questa due giorni ladina, iniziamo a scaldare i muscoli con la tecnica classica in una coppia di binari così ben preparati che neanche le FS possono vantare.
Il primo giro di warm-up lo facciamo nella valletta opposta sulla pista Sass Dlacia, un tracciato molto facile e che si addentra nel bosco del Regno dei Fanes, dove nasce la leggenda di un popolo mite, caratterizzato dall’alleanza con le marmotte dell’altipiano. Chissà se incontreremo Dolasilla l’amazzone imbattibile, figlia un po’ ribelle del Re dei Fanes, infallibile nei combattimenti grazie alla corazza inviolabile donatele dagli gnomi del bosco.
Concluso il primo anello di due chilometri e mezzo, ci buttiamo alla scoperta delle altre piste, sui prati di Pre de Costa: non preoccupatevi di memorizzare i nomi, perché tutti i tracciati sono perfettamente indicati da una cartellonistica facile e immediata, che adotta i tradizionali colori azzurro, rosso e nero per indicare la difficoltà della pista.
Iniziamo con la Gran Ancëi, la pista di media difficoltà, che ha il pregio di essere soleggiata per gran parte della giornata, ma anche di essere esposta al vento che talvolta sferza nella vallata (siamo in montagna!). Sfioriamo anche una moderna stalla, ma non vediamo le “sue” ospiti mentre ne sentiamo il profumo: gli odori di campagna ci riportano a ricordi primordiali di quando da bambini si andava dal contadino a prendere il latte per la colazione del giorno dopo.
GLI SPIRITI DELLE LEGGENDE LADINE
Nella seconda parte del tracciato si rientra in un bosco con salite e cambi di direzione leggermente più impegnativi, e che fanno della nostra disciplina “il sale della vita” tanto che ci pare scorgere le sembianze di Ey de Net il guerriero nemico dei Fanes, ma di cui si innamorò Dolasilla, mandando su tutte le furie il padre padrone del reame. La mancanza di allenamento e la pretesa di tenere la velocità di crociera superiore alle nostre possibilità, ci rende predisposti a vedere e ascoltare gli spiriti che ancora aleggiano tra i pini e i larici di questo angolo di paradiso.
GAMBE SOTTO IL TAVOLO
Rientrando al centro fondo, decidiamo di testare anche il ristorante, scelta quanto mai azzeccata. Un menu ricco e di qualità, tipica della tradizionale cucina ladina e sudtirolese: dagli spätzle di spinaci alla più tradizionale wiener schnitzel (che poi è la cotoletta alla milanese), il pranzo è una degna ricarica di energie per un ultimo giretto, prima che il sole cali sulla piana e consegni le nostre membra alla sauna dell’Hotel Gran Ander di Badia.
E SI CHIUDE CON LA TECNICA LIBERA
Il giorno dopo cambia la tecnica, ma la bellezza del luogo resta sempre quella. Si inizia con la pista azzurra da riscaldamento e si prosegue sulla rossa, ma con l’aspirazione di affrontare la variante nera al Giro dell’Ega. Due belle rampe da conquistare con la ridotta e altrettante discese da domare. Curve da pennellare ad alta velocità con sotto gli sci la neve più bella delle ultime stagioni. Sembra tutto una grande magia, se non fosse per il fiato corto di chi si crede ancora un ragazzino.
Rientrati nel bosco all’altezza di un murales svoltiamo a destra e successivamente ancora a destra per una seconda variante nera, molto più corta ma altrettanto tecnica. È un duello con la percentuale della pendenza, ma trovato il ritmo giusto compare la “soluzione”.
Un duello con se stessi, proprio come quello di Dolasilla che, una volta sposata perse l’invincibilità: prevedendo la fine del regno, il Re mandò il suo popolo guidato dalla figlia combattente allo sbaraglio nell’ultima battaglia, dove Dolasilla morì uccisa dalle sue stesse frecce, rubatele con l’inganno dallo stregone Spina de Mul. E il Re traditore si tramutò in pietra, lasciata riposare verso il Passo Falzarego. I superstiti del Regno dei Fanes, invece, si recarono con le marmotte nelle caverne della montagna, e aspettano ancor oggi lo squillo delle trombe argentate che ne segnaleranno la rinascita.
Noi il suono dei fiati non l’abbiamo sentito, ma non escludiamo che chi verrà dopo di noi, potrà avere la fortuna di essere testimone del ritorno del Regno di Fanes. E perché no, con sede del governo nel Centro Fondo Armentarola.
SCHEDA TECNICA
Centro Fondo Armentarola
Scuola Sci di Fondo: +39 339 8068111 www.scuolafondo.it/nordic
Bar Ristorante: +39 337 3844549
Ticket giornaliero: 12.00 Euro
Ticket settimanale: 45.00 Euro
Ticket bambini (< 14 anni): gratis
Commenti recenti